I Normanni erano cavalieri della piccola nobiltà francese. Partiti da un anonimo villaggio del nord, con tenacia, coraggio e abilità conquistarono il meridione d’Italia. Gerace, nella Calabria ionica, fu una delle città più fiorenti durante periodo normanno, e oggi lo celebra grazie al progetto europeo Smarth Eritage.
Gli Altavilla, avventurieri alla conquista del Sud
Il nome Hauteville-le-Guichard dice davvero poco ai più. Ma se lo si declina nella traduzione che assunse in Italia, “Altavilla”, ecco che ci troviamo di fronte a una dei più famosi e diffusi casati aristocratici del Paese. La Storia a partire dalla fine dell’Alto Medio Evo incrocia spesso le gesta di qualche suo esponente e ne narra l’epopea, soprattutto nel nostro sud. Sicilia, Puglia, Calabria durante l’XI secolo vennero gradualmente conquistate dagli Altavilla di ceppo normanno, capaci di imporre il loro potere cambiando con spregiudicatezza alleati, ma dimostrando audacia e capacità strategiche anche contro nemici temibili come i saraceni.
Gerace, uno dei Borghi più belli d’Italia, è adagiato su di un terrazzo roccioso, una propaggine dell’Aspromonte che domina il mare e l’entroterra. Chi lo possedeva vantava un controllo decisivo su queste terre fertili baciate dal sole. I Normanni seppero dare forza e splendore al mirabile borgo arroccato. E ne fecero uno dei centri più attivi e floridi del vasto possedimento che per la prima volta univa l’intero Sud d’Italia. Per questo motivo, quando il Comune di Gerace ha dovuto scegliere un personaggio simbolo per raccontare la città secondo i criteri previsti dal progetto Smarth Heritage, ideato sia per migliorare la fruizione culturale ai fini turistici delle località coinvolte, sia per far vivere emozionalmente luoghi attraversati dalla storia, non ci sono stati dubbi. La scelta è caduta sulla figura di Ruggero I d’Altavilla detto Il Normanno.
Ruggero I il Normanno. Una vicenda di tradimento e perdono
Il progetto prevedeva però anche un filo conduttore legato a un sentimento forte da associare al personaggio. E qui entrano in gioco il nobile sentimento del perdono e la storia di Gerace, dove le vicende più antiche sono a volte sospese tra realtà e leggenda. Così ci si è immaginati che il giovane e ardimentoso condottiero normanno ritorni in sogno a Gerace. Ripercorrendo lungo le sue strade, fra chiese, palazzi gentilizi, mura e torri fortificate i momenti cruciali che gli ispirarono la riconciliazione con il fratello Roberto, detto il Guiscardo, e lo indussero a risparmiargli la vita, nonostante il tradimento. Vedremo dunque Ruggero coinvolto in tre degli strumenti strategici previsti dal progetto Smart Heritage. Dal coinvolgente video-storytelling The Norman Dream, al ruolo di guida (insieme a due giovani e graziose damigelle), all’ologramma che lo riproduce per narrare la sua storia e quella della città.
Un presidio della fede dalle innumerevoli chiese
Il valente cavaliere è forse il testimonial migliore per condurci nel suggestivo borgo a guardia dello Ionio, fra strade di pietra, case nobiliari, vicoli, angoli suggestivi, e le tante chiese di quello che fu per secoli sede vescovile e fervente centro religioso. Dal nucleo del Borgo Maggiore, con la bella chiesa di Santa Maria del Mastro, edificata nel 1084, si arriva alla panoramica Porta del sole, nella città alta, una delle poche residue del periodo medievale, la prima a ricevere i raggi dell’alba. Proseguendo ecco la Piazza del Tocco, ovvero dell’assemblea. Qui e nelle vie che si diramano diversi palazzi e massicci portali ricordano epoche di splendore, ma mostrano anche sovrapposizioni di stili, dovute al gusto delle diverse signorie o a interventi a seguito dei terremoti. Sempre salendo, in Piazza Tribuna, l’incontro emozionante con l’imponente parte esterna delle absidi che ci annunciano la magnifica cattedrale di Santa Maria Assunta consacrata nel 1045.
L’arazzo fiammingo del mito di Melagro
In stile romanico-normanno, è composta da due corpi distinti. Quello inferiore (la cripta), in cui si notano interventi successivi, con evidenti influssi bizantini e collegamenti a grotte forse abitazioni di monaci. L’interno del corpo superiore è suddiviso in tre ampie navate sorrette da una doppia fila di colonne in marmo diverse fra loro (bellissime le più prossime all’altare, una verde, una rosa), provenienti dai templi della Magna Grecia. C’è solennità in questa architettura essenziale, gravida di storia, credenze ed epoche diverse. Quello della cattedrale è un ampio complesso di edifici che ospitano anche il Museo Diocesano con numerosi oggetti sacri e opere di valore. Tra cui il grande (380 x 584 cm) arazzo fiammingo realizzato nel XVII secolo da Jan Leyniers, su cartone dell’artista francese Charles Le Brun, talvolta impegnato con Pieter Paul Rubens. Della stessa serie dedicata al mito di Melagro esistono pochissimi esemplari in collezioni private e in due dei maggiori musei del mondo, Hermitage e Louvre. Una rarità da non perdere.
Seguendo la nostra guida e le graziose damigelle incaricate di raccontare i diversi luoghi d’interesse, si possono vedere interni di palazzi normalmente chiusi al pubblico, e apprezzare particolari difficilmente decifrabili. Intanto scopriamo laboratori e botteghe tradizionali, come le ultime tessitrici a telaio, atelier di vasai, produzioni alimentari tipiche, a cominciare dal finissimo olio extra-vergine ricavato dalla cultivar locale, deliziose granite, soprattutto a base di agrumi coltivati nei dintorni. E molto altro, per un paniere di specialità della Locride che sorprenderanno anche i più scafati gourmand.
Stradine, piazzette, scorci: ad ogni angolo un pezzo di storia
La scoperta di Gerace continua, a ogni svolta uno scorcio suggestivo. Come nella Piazza delle Tre Chiese. Vi si trovano infatti la chiesa del Sacro Cuore, dal portale barocco e dalla cupola in coppi, la piccola austera chiesa di San Giovannello, semplice, fascinosa costruzione bizantina a navata unica del X secolo dove ancora si celebra in rito greco-ortodosso, la grande chiesa convento di San Francesco del 1252. Qui la nitidezza del gotico si impreziosisce all’esterno con uno stupendo portale arabo-normanno, mentre all’interno l’altare maggiore in marmo finemente intarsiato attribuibile al Barocco napoletano nasconde il pregevole sarcofago funebre di Nicola Ruffo di Calabria (XIV secolo).
Una storia che ci riporta all’oggi
Il finale del sogno di Ruggero I non può essere che sulla spianata del Baglio, il punto più alto della città, di fronte alla vestigia dell’imponente castello. Strapparlo ai Bizantini richiese pazienza, astuzia, determinazione. Ma una volta preso divenne un formidabile presidio. Oggi pur fiaccato da secoli di scontri, terremoti, spoliazioni conserva intatta una arcana nobiltà, quella degli uomini che nonostante tutto resistono e non si piegano alle avversità della vita.
Spettacolo e golose specialità locali per le strade della città
Ogni stagione è buona per un viaggio a Gerace. Anche in piena estate, data la posizione, la temperatura è più mite rispetto alla costa. Un’occasione ghiotta, in tutti sensi, è il Festival Internazionale di Strada – Borgo Incantato, che si tiene con crescente successo ormai dal 1999 nel mese di luglio e, recentemente, anche con un appuntamento invernale. Per tre giorni spettacoli con artisti provenienti da tutto il mondo invadono le strade e le piazze della città. Molti dei punti di ristoro sono allestiti dagli stessi geracesi, spesso aprendo la propria casa agli ospiti, e sfoderando ricette di famiglia da gustare.
Per informazioni: Comune di Gerace
Il video story-telling “The norman dream” realizzato da Comune di Gerace con il contributo della Pro Loco. Un team di giovani creativi e attori non professionisti per un prodotto di qualità.