Tenerife, sol y carnaval!

Nell’arcipelago spagnolo dell’eterna primavera c’è un carnevale ritenuto tra i più spettacolari e sfrenati del mondo, che solo quello celeberrimo di Rio, si dice, può fargli ombra. La mobilitazione carnevalesca di Tenerife va avanti per più di un mese, ben oltre i tempi canonici stabiliti dal calendario ecclesiastico. L’anima caliente di Spagna a queste latitudini africane affiora in tutto il suo sfolgorio e dinamismo nel lungo periodo di fiesta che vede coinvolta l’intera isola ma ha come centri principali Santa Cruz (dal 1 febbraio al 10 marzo) e Puerto de la Cruz (dal 24 febbraio al 10 marzo). Nella capitale il tema di quest’anno sono “le profondità marine”, con carri e costumi ritagliati sulle meraviglie nascoste dell’oceano, dove esseri reali e fantastici danno vita a un universo meraviglioso, tutto da scoprire. A Puerto de la Cruz l’ispirazione viene “dallo spazio”. Fra alieni, astronavi, look extraterrestri, a tutti sarà data la possibilità di scegliersi una stella o un pianeta da rappresentare, in una gara a stupire super divertente.

Le Canarie sono una meta classica del turismo europeo, con decine di collegamenti aerei giornalieri e una dotazione di strutture d’ospitalità imponente. La dolcezza del clima attira gente tutto l’anno, senza contare quanti ne hanno fatto da tempo un buen ritiro. Nel carnaval si è generata in più una migrazione di aficionados da tutta Europa che si accalcano per vivere una festa dove non esistono limiti ma solo un obbligo: divertirsi. Gli appuntamenti clou sono l’elezione della Regina del Carnevale e il famoso Entierro de la Sardina. Come in molte altre località di Spagna si tratta dell’evento che conclude ufficialmente il carnevale, anche se qui i festeggiamenti si protrarranno ancora per qualche giorno.

 

L’Entierro de la Sardina è una sfilata che simula in tono scanzonato un corteo funebre, e culmina con il rogo di una figura simbolica, la sardina, appunto. Da un lato questa rappresenta il passato, da lasciarsi alle spalle per ricominciare ed essere migliori, tanto i singoli quanto la comunità tutta. Dall’altro impersonifica le sfrenatezze e  i vizi a cui ci si abbandona durante le feste, da cancellare con un bel colpo di spugna, o meglio, una fiammata, tornando d’incanto puri e morigerati come educande. Si fa per dire. Perché ovviamente lo strascico del carnevale è foriero di tante altre tentazioni, e comunque l’arcipelago del sole a tutto fa pensare meno che alle pacate atmosfere di un convento di clausura.

L’eccitazione sale in particolare nei giorni dell’elezione della regina. Dopo le selezioni, le candidate sfilano su una pedana di 1200  metri  quadrati, con abbigliamenti spettacolari e talmente elaborati che possono pesare fino a 100 chili. Stupefacenti coreografie fanno da cornice e il tifo scalda gli animi, alimentato dall’avvenenza delle concorrenti. Eletta la regina, è un susseguirsi di cortei scatenati e variopinti, con fiumi di maschere e gruppi musicali, un serpentone ambulante che occupa le vie della città, fino all’apoteosi del martedì grasso. Non manca la samba e le relative scuole. Concerti, balli in piazza, gare d’abilità, abbuffate collettive, giochi e magie tengono sulla corda grandi e piccini in un turbine d’allegria senza fine.

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