Nella romantica città di Giulietta e Romeo tutto è pronto per ospitare le migliaia di operatori, produttori e winelovers che si recheranno, dal 15 al 18 aprile alla 52esima edizione di Vinitaly. In attesa di assaggiare le ultime novità che verranno presentate a Verona, scopriamo le nuove tendenze e i gusti degli italiani in fatto di vino.
Una recente indagine condotta dall’Istituto di Ricerca IRI sulle tendenze di acquisto di vino nella Grande Distribuzione (648 milioni di litri venduti in questo canale) ha evidenziato che i vini bianchi fermi, i vini a denominazione d’origine, i vini regionali e gli spumanti secchi sono tra i preferiti dagli italiani nel 2017. I rossi più richiesti provengono da Toscana, Emilia Romagna, Piemonte; i bianchi da Veneto, Trentino, Sicilia.
Tra i vini i cui acquisti crescono a doppia cifra: Grillo (Sicilia), Primitivo (Puglia), Ortrugo (Emilia Romagna), Ribolla (Friuli Venezia Giulia), Valpolicella Ripasso (Veneto), Cortese (Piemonte), Passerina (Marche), Chianti Classico (Toscana), Cannonau (Sardegna), Pecorino (Abruzzo/Marche), Falanghina (Campania). Mentre i campioni assoluti rimangono Lambrusco (Emilia Romagna/Lombardia), Chianti (Toscana), Montepulciano d’Abruzzo (Abruzzo).
«Se la quantità di vino acquistato nella Grande Distribuzione è stabile da anni, i consumatori mostrano di apprezzare le novità, accogliendo favorevolmente le proposte delle cantine – spiega Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI, coordinatore della ricerca – I vini a denominazione d’origine vendono 5,5 milioni di litri in più nel 2017, così come crescono bollicine e vini bianchi, inoltre aumentano le tipologie regionali che si fanno apprezzare ogni anno per i tassi di crescita. I Vini emergenti si caratterizzano per posizionamenti di prezzo non bassi (oltre la metà superiore a 4 €) e questo è un aspetto positivo perché dimostra la disponibilità del consumatore a premiare novità e valore».
«La grande distribuzione organizzata si mantiene un canale di vendita molto importante per il mercato italiano – commenta Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – capace di far emergere nuovi vini e territori e di assecondare nel tempo la richiesta di prodotti di maggiore qualità anche per il consumo quotidiano. Un’evoluzione che Vinitaly sta seguendo negli anni diventando il luogo di analisi e confronto tra gdo e settore enologico e soprattutto proponendo alle cantine espositrici incontri B2B con i buyer delle insegne della distribuzione organizzata.”
Nella fitta agenda di convegni, tavole rotonde e degustazioni della kermesse veronese, particolarmente interessante il 16 aprile la tavola rotonda di approfondimento sulle vendite di vino nella Gdo, con focus sul mercato del vino italiano nei supermercati USA.
E poi la richiesta diffusa di produzioni sempre più “naturali” con nicchie di mercato che stanno modificando la geografia dei consumi e dei vigneti. Interi territori vinicoli si convertono alla produzione biologica e moltissimi produttori sono impegnati a valorizzare il proprio legame con il vigneto e il territorio. A queste nuovi orizzonti è dedicato un ampio spazio nel padiglione green, 8. Vini biologici, biodinamici, artigianali, sono presenti sotto le sigle di VinitalyBio e Vivit – Vite Vignoioli Terroir, insieme alla pattuglia di produttori riuniti nella collettiva Fivi, la Federazione dei vignaioli indipendenti.
Insomma, il palcoscenico di Vinitaly è l’occasione per ogni cantina di esprimere al meglio la propria peculiarità e di trovare il mercato più giusto per sé. Quest’anno l’incontro con pubblico e operatori sarà supportato anche da Vinitaly Directory, l’innovativo portale che ha sostituito il tradizionale catalogo online e che con un numero elevato di filtri e un’organizzazione omogenea dei contenuti delle aziende espositrici permette di fare ricerche e confronti mirati.
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di Rosella Trombetta