Continuano le grandi mostre. Dopo Tamara de Lempicka, Matisse e Toulouse-Lautrec, ha aperto il 4 ottobre e durerà fino al 14 gennaio 2018 quella dedicata a Joan Miró. Si tratta della prima personale a Torino, ed è focalizzata sul periodo di maggior libertà creativa dell’artista, coincidente con il trasferimento definitivo alle Baleari tra i colori e le atmosfere seducenti del Mediterraneo.
Miró! Sogno e colore arriva in Italia con 130 opere del maestro catalano- quasi tutti olii di grande formato – esposte nelle sale di Palazzo Chiablese e provenienti dalla vasta collezione della Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca. Un evento di notevole interesse proposto e curato da Arthemisia, che conferma il rapporto privilegiato con Torino e i Musei Reali. La maggior parte di queste opere sono state create negli ultimi 30 anni di vita del pittore, sull’isola di Maiorca, dove si trasferì definitivamente a partire dal 1956 fino alla morte, nel 1983. Tra i capolavori più noti in visione, Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973), Femme dans la rue (1973).
Miró! Sogno e colore è organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Musei Reali di Torino e Gruppo Arthemisia, con il patrocinio e il supporto di Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca, sotto la supervisione scientifica di Pilar Baos Rodríguez.
La mostra presenta la produzione del periodo indissolubilmente legato alla “sua” isola, dove negli anni Sessanta e Settanta Miró si dedica a temi prediletti, come donne, uccelli e paesaggi monocromi. In mostra anche i lavori degli ultimi anni riservati alla tecnica della pittura materica, caratterizzata dall’uso delle dita e dei pugni con cui l’artista spalmava colori e impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo.
E ancora le sculture – frutto delle sperimentazioni fatte con diversi materiali – i collage e i “dipintioggetto”. Filtrato da un linguaggio artistico universale e da una poetica originale e personalissima, nelle opere di Miró emerge con forza il senso di appartenenza e di fusione alla terra maiorchina. Il luogo dove finalmente riuscì a concretizzare un pressante desiderio: poter creare senza limiti e vincoli in un ampio spazio tutto suo, uno studio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura può offrire. Un ambiente d’arte unico, ricostruito scenograficamente all’interno di Palazzo Chiablese con gli oggetti originali.
Miró! Sogno e colore prende le mosse dall’idea che l’artista aveva della propria opera, una sorta di monologo interiore e, al tempo stesso, un dialogo con il pubblico, guidando il visitatore attraverso un percorso artistico articolato in cinque sezioni. Si apre con “Le radici”, dedicata al profondo legame tra Miró e la natura. Quindi vengono esplorate le “Principali influenze artistiche di Miró”, l’ispirazione tratta dalla poesia, così come dall’estetica e dalla filosofia orientali. La terza sezione riguarda “Gli ambienti in cui creava”, il contesto, la luce, la materia, i segni che circondano l’artista e di cui ama servirsi per soggiogare la fantasia e trasporla nell’opera. Nella quarta sezione “La metamorfosi plastica (1956-1981)” il periodo più libero e spericolato, della sperimentazione espressiva, delle tecniche ardite, fra pittura, scultura, disegno, ceramiche, arazzi, libri illustrati. Infine il “Vocabolario di forme”, negli ultimi anni un ritorno alla semplicità, all’essenza del nostro essere, in rapporto quasi magico con il mondo e il cosmo che ci circonda.