Visitare Siena è sempre un’ottima idea: sedersi in piazza del Campo, dove le contrade si sfidano nel Palio all’ombra di Palazzo Pubblico e della Torre del Mangia, è una di quelle esperienze che fanno pensare “ecco, se non fossi qui, mancherebbe qualcosa alla mia vita”.
Gente di tutto il mondo vi arriva ogni giorno, visita il Duomo e s’arrampica sul Facciatone, parte incompiuta del progetto di ampliamento della cattedrale che offre una vista sublime sulla città. Il consiglio è però di non farsi prendere dalla fretta ed allungare la permanenza per almeno un paio di giorni, non solo per poter godere di altri musei e monumenti, ma perché il Comune ha pensato ad una serie di iniziative che vanno assolutamente colte.
Gli stendardi della mostra della Collezione Salini sventolano su ogni porta antica della città. La raccolta appartiene all’architetto Simonpietro Salini, amateur dell’arte senese “dal ‘200 al ‘400” che ha voluto regalarci un assaggio della sua idea di bellezza. L’esposizione è allestita suggestivamente nei Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico, un luogo ombroso e fresco, che dona la sensazione di entrare in un mondo perfetto e completamente estraneo rispetto alla bella città arsa dal sole, di cui tutti i mille mattoni hanno assorbito il calore. Una seconda parte della raccolta è esposta nel Castello di Gallico, che di sicuro merita una tappa anche solo perché il viaggio permette di attraversare alcuni tra i più bei lembi del paesaggio toscano. Le opere sono di qualità decisamente alta ed abbracciano le arti maggiori e quelle che oggi chiamiamo minori, ma che in quel momento storico erano le più apprezzate: le ceramiche e le stoffe vanno quindi osservate alla pari di dipinti e sculture, tra cui spicca il San Pietro di Giovanni Pisano, degno del Museo dell’Opera del Duomo.
La seconda perla rara è la possibilità di salire sui ponteggi per il restauro della Maestà di Simone Martini a Palazzo Pubblico, un’opera la cui perfezione tecnica ed estetica dev’essere ancora superata. La visione ravvicinata del lavoro del pittore, che molto deve all’oreficeria e moltissimo ad un’immaginazione tecnica senza pari, ha fatto innamorare perdutamente tanti visitatori, compreso l’ex presidente Barack Obama, e tutti i senesi.
Il terzo motivo per cui visitare Siena quest’anno è la mostra “La bellezza ferita, Norcia Earth Heart Art quake, la speranza rinasce dai capolavori della città di S. Benedetto”, in cui sono esposti commoventi testimonianze pittoriche e scultoree delle zone colpite dal sisma. La bellezza e la forza del messaggio s’imprimono nella mente, facendo riflettere sulla loro (e sulla nostra) fragilità: l’allestimento è stato curato con equilibrio, così da non risultare né superficiale né doloroso.
La scelta delle sedi è particolarmente felice: la Cripta del Duomo, i cui affreschi dai colori vivissimi hanno superato ormai gli 8 secoli, ed il Museo dell’Ospedale di Santa Maria della Scala. Si può sfruttare l’apertura serale del giovedì per scendere nelle profondità di questo “Museo-collina” e visitare alcune tra le sale espositive più particolari della città, suddivise in quattro diversi livelli: le sculture della Fonte Gaia, l’oratorio di Santa Caterina della Notte ed il Museo Archeologico, oltre al bellissimo Pellegrinaio, dov’erano curati i malati fino a pochissimi anni fa.
La magia di Siena è la conservazione quasi intatta del suo centro medievale, patrimonio dell’UNESCO, in cui i cittadini hanno continuato a vivere la vita di tutti i giorni nelle stesse contrade dei loro avi, accogliendo moltissimi turisti, ma senza rinunciare alle proprie radici, abitudini e tradizioni.
A cura di Roberta Sartor