La terra, la vigna, il vino. I vignaioli indipendenti lavorano la terra dove vivono, coltivando l’uva da cui ricavano il vino, che poi imbottigliano e vendono al consumatore. Sono quasi tutti piccoli o piccolissimi produttori, ma assieme costituiscono una forza economica importante e in tanti casi una risorsa indispensabile per mantenere vivi e attivi territori a rischio spopolamento e perdita d’identità. Il 26 e il 27 novembre si è tenuta a Piacenza la sesta edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti registrando un afflusso impressionante per numero e partecipazione attiva dei visitatori. Oltre 9.000 ingressi, in grande progresso rispetto all’anno scorso. E tantissimi giovani, nel pubblico ed agli stand degli espositori.
Segno che l’interesse per il vino, inteso come espressione autentica di luoghi, culture, storie, tradizioni aumenta sempre più, anche fra le nuove generazioni. Una delle carte vincenti di questi appuntamenti annuali è la possibilità di incontrare, conoscere e ascoltare persone che con passione, competenza e spesso tanto sacrificio assicurano a chi acquista un vino di origine certa e un carattere autentico del prodotto. I vignaioli indipendenti sono riuniti nella FIVI, l’associazione garante del rispetto dei principi e dei criteri condivisi dagli associati. Nelle giornate di Piacenza erano presenti oltre 400 vignaioli della FIVI provenienti da tutte le regioni italiane più una piccola rappresentanza di francesi. Fra i visitatori tanti gli stranieri, arrivati da tutta Europa (Francia, Portogallo, Norvegia, Svizzera, Austria, Slovenia, Svizzera e Germania) ma anche dall’Australia e dal Giappone.
Sarà anche per questo che all’interno dei grandi spazi fieristici nonostante l’affollamento il clima era festoso e conviviale: chi accanto alle bottiglie in mescita affettava e offriva un prosciutto trentino, chi ti stuzzicava con il castagnaccio siciliano della nonna, chi ti raccontava di un vitigno autoctono irpino quasi estinto, riesumato con successo per orgoglio e ostinazione. Ma in fondo uno degli scopi principali dei vignaioli della FIVI è creare un solido legame con i consumatori, conferendo ai propri vini un marchio forte di tipicità e di cultura. Un’alleanza, un impegno ambizioso ma indispensabile per avere il meglio nel bicchiere, conservando i terroir, rispettando il paesaggio, dando un futuro giusto e sostenibile a tante nostre terre e all’agricoltura italiana.