Sauze d’Oulx, ovvero gli albori dello sci alpino italiano. Fu qui che all’inizio del Novecento lo svizzero Adolf Kind introdusse il nuovo sport, organizzando nel febbraio del 1906 uno dei primi corsi sotto la guida norvegese Harald Smith. Giusto sessant’anni dopo la famiglia Sacchi coronò il sogno di una vita, costruendo con lungimirante saggezza estetica un posto intimamente coeso alla montagna, quasi che da quei boschi e da quei versanti scoscesi a 1800 metri lo chalet Capricorno fosse emerso spontaneamente per ammirare il panorama di maestosa bellezza dell’alta Val Susa.
E se questo lungo percorso ha un senso, che sia anche per celebrare oggi il cinquantesimo compleanno dell’Hotel Chalet Capricorno e per dimostrare come le cose fatte con amore non perdono mai fascino e valore. Per mezzo secolo fiore all’occhiello dell’hôtellerie piemontese, la cui eredità è stata oggi raccolta dalla famiglia Carezzana di Torino, da sempre frequentatrice del luogo, continua ad attirare un pubblico attento alla qualità e all’eleganza discreta, in un contesto in armonia con i ritmi della natura.
Durante l’inverno il plus è la prossimità con le piste della Via Lattea, sterminato reticolo sciistico fra Italia e Francia. Ma non di meno l’atmosfera raccolta, quasi familiare, che si respira fra le poltrone avvolgenti, i mobili in pino scuro meticolosamente fatti a mano, i rivestimenti e rifiniture architettoniche in legno, le preziose statuette Lenci un po’ rètro collezionate con l’occhio arguto dell’intenditore. La primavera è la terra al risveglio, con i profumi di resina che ti seducono sulla terrazza e con l’invito a ritrovare sentieri, spiando il salto dello scoiattolo e i richiami degli uccelli in amore. E’ soprattutto questo il momento dei week-end rigeneranti, quando il Capricorno s’inonda di luce dell’ovest fino a tarda sera. Poi l’estate dipinge di tinte forti le cime ed è bello da qui salire le antiche mulattiere in cerca di mirtilli e magari funghi prelibati. E a proposito di cose buone è forse proprio l’autunno il momento in cui la montagna regala il meglio dei prodotti, la farina nuova per la polenta, le castagne, le tome d’alpeggio dal profumo d’erba fresca alla giusta stagionatura, le pere e le mele…
Naskira, la stella più luminosa nella costellazione del Capricorno, è il blasonato ristorante dello Chalet, impegnato oggi nella riscoperta e riproposizione delle migliori ricette della tradizione montana. Non a caso proprio al Capricorno ha sede l’ Accademia Alta Cucina di Montagna – HACM, che ha l’intento di offrire il meglio dell’ospitalità d’alta quota attraverso un meticoloso lavoro di ricerca, studio, sperimentazione e proposta del patrimonio culinario locale ma anche di aree alpine più vaste, compreso il ricco forziere dei cugini francesi.
Un’occasione per toccare con mano la mission di HACM sono i festeggiamenti per le prime cinquanta candeline dello Chalet, iniziati il 16 luglio con la presentazione dei prodotti del Capric’Orto, l’orto bio a “centimetro zero” ricavato in un terreno adiacente alla struttura, degustati in piatti a base di erbe e aromi. Golosità alpine e buona musica, con il Lil Darling Quintet, in una cornice tanto raffinata quanto friendly. Prossimo appuntamento da non mancare il 17 settembre con l’Autunno d’Artista: le opere di Chiara Ferraris e Piero Mollica presentate dagli autori e un formidabile accostamento bollicine/fritto misto piemontese. Il piacere del buon cibo, fra arte, natura e ospitalità al top, da concludere con una notte sospesi a 1800 metri nella più consona delle camere: quella del nostro segno zodiacale.