“Io non ho nemici”: era questo il motto di Sobhuza II, il re dello Swaziland che regnò per 82 anni, fino al 1981, segnando il periodo più lungo nella storia delle monarchie fin dai tempi dell’antichità.
70 mogli, 210 figli e più di mille nipoti non rendono certo anonimo e privo d’interesse un paese che conta oggi 1.300.000 abitanti. Ma questa curiosa peculiarità non deve far dimenticare che lo Swaziland rimane un paese molto povero, con un’aspettativa di vita media di 49 anni e una mortalità giovanile molto alta, dovuta soprattutto al tasso d’infezione per AIDS più alto al mondo, che ha causato finora circa 200.000 sieropositivi e più di 100.000 orfani.
Stretto tra il Sud Africa e il Mozambico e grande poco meno della Lombardia, lo Swaziland costituisce ancora oggi una delle poche monarchie assolute al mondo e l’unica in Africa, con la nomina a re di Mswati III all’età di 16 anni, nel 1983.
Acquisita l’indipendenza dagli inglesi nel 1968, rimane estraneo all’apartheid dei suoi vicini occidentali e alla terribile guerra civile mozambicana. Forse anche grazie, o a causa di quest’attitudine verso l’esterno, il paese non ha subito grossi cambiamenti negli ultimi 50 anni, rimanendo fortemente ancorato alle sue antiche tradizioni.
Lo Swaziland, bisogna sottolinearlo, è un paese bellissimo! Attraversando il territorio s’incontra un susseguirsi di verdi colline, foreste, pascoli, fiumi, laghi, cascate e giganteschi massi rocciosi. Le risorse principali sono costituite dalla coltivazione della canna da zucchero e dall’industria del legname.
Lo Swaziland attira soprattutto chi ama la natura. Il rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali e’ infatti molto sentito. Malgrado le piccoli dimensioni, diversi parchi nazionali sono stati creati per la conservazione del paesaggio e per la protezione degli animali. Nelle riserve si possono infatti ammirare molte specie, tra cui rinoceronti, elefanti, leoni, giraffe, bufali, zebre, antilopi, ippopotami, impala, coccodrilli… A chi ama l’escursionismo poi il territorio, dalla morfologia molto varia, offre bellissimi percorsi, accompagnati da esperte guide locali.
Nel paese non mancano le feste tradizionali. Centinaia di visitatori affluiscono ogni anno da tutto il mondo per la famosa “Reed Dance”, la danza dei giunchi. Durante questo evento, che si ripete puntualmente verso fine agosto, migliaia di giovani donne danzano in abiti tradizionali di fronte al re, il quale, secondo tradizione, sceglie in quell’occasione la propria futura sposa.
Durante l’anno, numerosi altri riti vengono organizzati in presenza del re. Queste celebrazioni sono però spesso poco accessibili dai turisti e quindi ancora avvolte da un fitto mistero.
Un’altra risorsa importante del paese, fonte di attrazione per moltissimi visitatori è senza dubbio l’artigianato: si tratta di una vastissima produzione di oggetti per la casa, tessuti, gioielli, borse, accessori di abbigliamento, tutti lavorati a mano con materiali locali e sostenibili, come la paglia, il cotone, il bambu’, il legno, l’argilla, la cera o la carta.
Tutti i prodotti sono realizzati da donne disagiate provenienti dalle zone rurali, attraverso un sistema di piccole aziende e ONG ben organizzate, che sono riuscite a creare veri e propri progetti di sviluppo locale. I prodotti possono essere acquistati presso diversi negozi concentrati in varie zone del paese. Su richiesta e’ anche possibile visitare gli atelier e osservare le donne all’opera.
Contributor – testo e foto di Claudia Beretta* Donne d’Africa
Claudia vive da due anni con la famiglia in Swaziland e si occupa di raccogliere oggetti di produzioni locali di design e artigianato