In Abruzzo, in provincia di Chieti, tra le colline e il mare, sorge un comune di poco più di 2500 anime. Si tratta di Villamagna e pochi sanno che un paese così piccolo può addirittura vantare, dal 2011, una denominazione di origine controllata, grazie alla vocazione vitivinicola del suo territorio. Sì, perché grazie alle brezze marine del mare Adriatico, all’influenza del massiccio della Maiella e a una notevole escursione termica, si creano condizioni ottimali per la produzione di vini di alta qualità e tipicità: i Villamagna DOC.
Le due tipologie di vino, Base (70 mila bottiglie) e Riserva (20 mila bottiglie), ottenute per il 95% da uve Montepulciano, sono state recentemente presentate alla stampa nella nuova sede del Ristorante Sadler a Milano, da parte di sei aziende (su un totale di sette), tutte posizionate nel paese di Villamagna: Cantina Sociale Villamagna, Cascina del Colle, Palazzo Battaglini, Piandimare, Torre Zambra, Valle Martello.
La passione con la quale i produttori hanno parlato del percorso per arrivare a questa nuova DOC dimostra quanto impegno e lavoro sia necessario per ottenere un prodotto destinato a conquistare il palato di intenditori e non solo. E i Villamagna hanno tutte le carte in regola per attestarsi tra i prodotti top di questo settore.
I vini della tipologia Base, come il “18” della Cantina Sociale Villamagna e il Villamagna Piandimare 2019, entrambi di un colore rosso rubino intenso, hanno esaltato – con le loro note di piccoli frutti, accompagnate da ampi e intensi sentori di vaniglia, cannella, chiodi di garofano, cuoio e liquirizia – il gusto di un primo piatto molto particolare: Lorighittas con ragù di agnello, pecorino, melanzane e menta. Abbinato a questa prelibatezza anche il Villamagna Doc Riserva 2018 della cantina Cascina Del Colle, dal sorso fruttato, caldo e avvolgente.
Il secondo piatto – una morbidissima Guancia di vitello stufata con salsa amatriciana e purè di favette – è stato abbinato a tre tipologie di Villamagna Riserva Doc: un 2018 di Torre Zambra che, grazie al metodo della fermentazione spontanea adottato dalla famiglia De Cerchio, consente di portare nel calice un ricchissimo patrimonio di profumi; il 2017 della cantina Valle Martello, di colore rosso rubino dai riflessi granato che, al sorso, risulta vellutato, avvolgente e di lunga persistenza; infine l’annata 2016 dell’azienda Palazzo Battaglini, il cui bouquet olfattivo è ampio e intenso in quanto spazia dalle violette alla confettura di frutti rossi, dal mirto al pot-pourri. Cioccolato, liquirizia, una nota balsamica, cannella e chiodi di garofano sono bene evidenti.
Cenni storici e curiosità
Nella zona agricola di Villamagna sono numerose le testimonianze storiche della presenza della vite e del vino. Lo Statuto di Villamagna, del 1511, offre preziosi spunti d’informazione sulle caratteristiche del paesaggio e delle colture agrarie praticate all’epoca. La specificità era il canneto, che garantiva un prezioso sostegno alla vite, così come i casi di viti maritate all’acero e ad altre piante. Più tardi, nel Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli del 1805, lo scrittore Lorenzo Giustiniani menzionava la terra d’Abruzzo citeriore e ricordava che “…la produzione del suolo consiste in grano, granone, vino e olio, che vendono pure altrove”.
Il logo del Villamagna Doc si ispira allo stemma cittadino, in cui sono presenti due crocette templari, riferimento alla storia medievale del paese che nell’anno mille raggiunse il suo massimo splendore e successivamente alla sede vescovile. Le chiavi sono anche un richiamo alla conformazione topografica di Villamagna. Simboleggiano un invito ad accedere al borgo, attraverso le sue maestose porte, l’arco principale di entrata e quello più piccolo di uscita. A loro volta, gli archi scoprono due maestosi affacci, uno verso la montagna e l’altro verso il Mare Adriatico, elementi fondamentali che concorrono a creare il particolare microclima del territorio
di Rosella Trombetta