Nel XVIII secolo, tutti i giovani nobili e benestanti, per completare adeguatamente la propria formazione artistico-culturale, si sentivano “obbligati” a intraprendere quello che lo scrittore Richard Lassels nel 1670 definì, coniando un neologismo, Grand Tour, ovvero un lungo viaggio per cercare le tracce dell’antico splendore della nostra penisola. Il mito dell’Italia, nella mente dei primi viaggiatori, era conformato sull’idea di un vasto e mirabolante museo all’aperto dove sopravvivevano in quantità (e qualità) opere d’arte, biblioteche, monumenti: insomma, tutta la Storia con le sue gloriose vestigia come cristallizzata in un solo territorio. Oltre a ciò, a far presa sui viaggiatori continentali vi era la vena artistico-teatrale-musicale nonché il clima (anche umanamente) solare degli italiani e le straordinarie avventure che potevano avverarsi durante le visite nel Bel Paese.
La moda del Grand Tour, quindi, trasformò la mentalità settecentesca in modo così decisivo che potremmo definirlo il primo vero esempio di turismo di massa. Il fenomeno resistette fino a Ottocento inoltrato e vide coinvolti scandinavi, russi, tedeschi, francesi e soprattutto britannici attratti dalla ricca presenza di un patrimonio non solo archeologico-culturale ma anche naturale. Per comprendere lo spirito del tempo, basta citare la nota frase di Samuel Johnson, critico letterario, lessicografo, poeta e saggista inglese, il quale scrisse: “un uomo che non sia stato mai in Italia sarà sempre cosciente della propria inferiorità”.
E così anche il Piemonte, Porta Occidentale d’Italia, non mancava già allora di stupire i primi turisti d’Oltralpe, come nel caso di Nietzsche, il quale descrisse Torino con queste poetiche parole:“ collina ammantata di foreste color dell’ oro fulvo, e il cielo e l’ ampio fiume di un pallido azzurro, mentre l’ aria ha una purezza sublime (…) che non mi ero mai sognato di trovare nella realtà”. Stendhal ammirò invece la “vista superba” offerta dalla basilica di Superga e, un poeta romantico quale era Alphonse de Lamartine, tentò di narrare il capoluogo piemontese per lettera, spiegando che per avere “une petite idée de Turin” l’amico avrebbe dovuto “pensare agli edifici più belli di Parigi, Lione e Bordeaux, decorarli di elementi architettonici italiani, metterli in fila e dotarli di portici.”
Sulla falsariga di queste dichiarazioni d’amore, prende nome e intento il “Gran Tour” che ogni anno in primavera ripropone i luoghi più suggestivi del Piemonte con speciali visite guidate. Il progetto, arrivato alla sua undicesima edizione, è curato dall’Associazione Abbonamento Musei che ogni anno realizza itinerari contraddistinti dal motto “un passo alla volta.”
Il programma dell’edizione 2019 è articolato in due sezioni: la prima creata cogliendo lo spunto delle celebrazioni per il V centenario della morte di Leonardo da Vinci; la seconda, invece, basata sugli appuntamenti culturali rilevanti e sulle eccellenze della regione (NB. Le iscrizioni aprono dal 28 marzo). L’eclettico genio del Rinascimento ha difatti ispirato alcuni percorsi incentrati su visite tematiche, a partire dalla mostra Leonardo da Vinci – Disegnare il futuro che si terrà presso i Musei Reali di Torino: un excursus tra genio e creatività, per raccontare le incredibili ricerche del Maestro nelle scienze e nelle arti, attraverso lo strumento del disegno, tra cui il famoso Autoritratto.
Altri itinerari ripercorrono i luoghi del Piemonte collegati direttamente o indirettamente all’artista; uno fra questi condurrà ad esempio nella splendida cornice della Val Borbera, dove si visiterà la Cooperativa che ancora oggi produce il Montebore, l’unico formaggio che Leonardo Da Vinci ammise al banchetto nuziale fra Isabella D’Aragona e Gian Galeazzo Sforza; un altro esplorerà nella Valle del Po, il monte Mombracco, detto anche la montagna di Leonardo, del quale l’artista tessé le lodi definendo la sua pietra “estremamente dura, bianca e pura quanto il marmo di Carrara”. Infine, in occasione delle celebrazioni milanesi dedicate al genio creativo, il Grand Tour propone due appuntamenti a Milano (con bus riservato da Torino): uno speciale viaggio alla scoperta delle importantissime tracce del suo lavoro, tra il Castello Sforzesco, la Pinacoteca Ambrosiana e il centro storico.
Altri itinerari sono dedicati all’influenza che Leonardo ha esercitato in vari settori sulle epoche successive, dall’arte alla scienza, per permetterci di riguardare e interpretare il patrimonio piemontese guidati dal Genio, ma anche dalla creatività e dalle scoperte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Una novità saranno, proprio in quest’ottica, le visite alle centrali idroelettriche di montagna della Valle Orco e della Valle Antigorio, vere e proprie cittadelle elettriche, i palazzi e le chiese dalle architetture inconsuete e ardite (come le “false architetture” dipinte a Carignano in località Valinotto o la cappella gentilizia di Villa Piossasco), gli antichi borghi e i mulini idraulici, fino ad aziende specializzate quali la I.C.P. di Castelnuovo Don Bosco, leader nella produzione di aerei ultra-leggeri, che ha fatto del volo e della perfezione del movimento nel cielo sognati da Leonardo il suo fiore all’occhiello.
L’edizione 2019 di Grand Tour si arricchisce poi di proposte speciali che seguono i principali eventi della regione, come una visita alla mostra La Magna Charta – Guala Bicchieri e il suo lascito, L’Europa a Vercelli nel Duecento (in corso presso lo spazio Arca di Vercelli), in occasione degli 800 anni dalla fondazione della Abbazia di Sant’Andrea, che permetterà di conoscere la storia della chiesa, il ruolo del fondatore Guala Bicchieri e il patrimonio culturale e artistico dei musei cittadini.
Tra aprile e maggio sono invece previsti i suggestivi appuntamenti tra la collina torinese e il nord dell’astigiano che condurranno i viaggiatori del Grand Tour alla scoperta delle architetture romaniche, proprio a partire dal 14 aprile, Giornata del Romanico istituita quest’anno dalla Regione Piemonte: saranno mostrati dei veri gioielli di storia e di arte da riscoprire in due percorsi tematici che si snodano tra le colline di Torino e la piana di Asti. E poi ancora tre nuovi itinerari di BiblioTour: a Ceva, dove il pubblico sarà guidato dallo scrittore piemontese Gianni Farinetti, che nei suoi romanzi ha descritto l’Alta Langa; ad Alba tra gli antichi percorsi sotterranei e il Centro Studi Beppe Fenoglio, e, infine, tra i paesaggi canavesani di Villa Flecchia e la magia del Castello di Masino.
L’edizione del 2019 sarà imperdibile: con più di 40 nuovi percorsi ci si potrà stupire e innamorare definitivamente del Piemonte, per scoprirlo e guardarlo attentamente, con occhi nuovi, (anche per chi lo conosce già) ma sempre, ci si raccomanda… un passo alla volta!
Da lunedì 25 marzo è disponibile il programma completo, cartaceo e online. La prenotazione agli itinerari è obbligatoria e può essere effettuata a partire dalle ore 9 di giovedì 28 marzo collegandosi al sito internet piemonte.abbonamentomusei.it o tramite numero verde 800 329329 (tutti i giorni ore 9-18) oppure recandosi presso Infopiemonte di via Garibaldi (angolo Piazza Castello) aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18.
Se si possiede la tessera Abbonamento Musei o acquistandola, si potrà accedere gratuitamente ai musei e alle mostre visitate nei percorsi di Grand Tour.
Per ulteriori info: associazione@abbonamentomusei.it
Testi di Erika Anna Savio, Foto Abbonamento Musei – Guidatorino