In programma per il 9 settembre un’escursione guidata agli alpeggi Walser di Rimella, villaggio tipico dell’alta Valsesia, sulle Alpi del Piemonte orientale. Un’occasione speciale per conoscere da vicino vita, tradizioni e cultura dell’antico popolo delle montagne, accompagnati dagli esperti dell’Ente di gestione delle aree protette della Valle Sesia. Gli alpeggi erano e sono tuttora una risorsa fondamentale per l’allevamento bovino d’alta quota e i Walser, giunti fin qui dalla Germania a metà del 1200, erano maestri nel gestire e nello sfruttare con equilibrio e rispetto queste fonti di erba fresca e fieno. D’estate le mucche vi trovano il nutrimento migliore che dona al latte e quindi al formaggio, in particolare alle tome, un sapore ricco di aromi e profumi. Non a caso durante l’escursione uno degli argomenti da toccare con mano saranno proprio i genuini prodotti caseari d’alpeggio di Rimella, sotto la guida di ONAF – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio.
Si parte dalla frazione Chiesa e si sale all’Alpe Pianello a quota 1796 m, quindi alla Bocchetta di Campello (quota m.1924, facoltativa, per polmoni allenati), poi frazione San Gottardo, finendo con una visita al museo etnografico Walser di Rimella in frazione Sella. Nel corso dell’escursione si parlerà di vita d’alpeggio e organizzazione delle attività dell’alpigiano, della produzione dei formaggi, approfondendo la storia e la cultura delle popolazioni Walser. Dato che l’appetito di certo non mancherà, è prevista una degustazione di prodotti locali all’Alpe Pianello a cura dell’Azienda Agricola Calzino in collaborazione con ONAF
Ecco un piccolo interessante viaggio nell’originale mondo dei Walser. Conquistavano territori ma non portavano armi, vivevano dei frutti di natura, ma ne rispettavano ritmi ed equilibri, parlavano una lingua trasmessa oralmente ma sapevano essere abilissimi artigiani e artisti raffinati. Questi erano i Walser – detti popolo delle Alpi – che per secoli occuparono pacificamente le montagne e le valli attorno al Monte Rosa e all’estremo lembo nord orientale del Piemonte e oggi ancora ritroviamo in piccole comunità giustamente gelose e orgogliose della propria cultura. Per molto tempo l’isolamento di queste popolazioni fu quasi totale, reso più acuto dalla lingua tedesca in territorio italiano, mantenendo a lungo immutati i riti religiosi, i modi di vita, l’abbigliamento, l’alimentazione, l’economia e i tratti somatici. Un ammirevole esempio per la capacità di convivere in pace e armonia, in simbiosi con il difficile e meraviglioso mondo dell’alta montagna.