Il Perù sarà primo Paese sudamericano a ospitare una delle competizioni più dure al mondo, conosciuta internazionalmente come Marathon des Sables. La corsa copre 250 km e si svolgerà in 6 tappe all’interno del deserto di Ica tra Nasca e Paraca. Dal 26 novembre al 6 dicembre 300 atleti si sfideranno su un percorso impegnativo e selettivo fra paesaggi maestosi ed estremi nella gara qui denominata Maratona des Arenas.
Quello di Ica è considerato il più bel deserto del sudamerica. Altipiani aridi segnati da profondi avvallamenti e dune enormi si susseguono tra l’Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande. Ancora una volta dunque, come per le “sabbie” nordafricane delle edizioni marocchine, la Maratona des Arenas è una competizione per uomini e donne d’acciaio. La gara dura circa una settimana e gli atleti devono pensare alla propria autosufficienza, portarsi cibo e tutto il necessario nello zaino. In più le temperature possono arrivare oltre i 40 gradi di giorno e scendono fino a 10 la notte. Distanze da percorrere lunghissime su un terreno accidentato con continui dislivelli. Davvero impegnativo, ma gli atleti nell’affrontare tante fatiche si potranno consolare pensando che durante l’Impero Inca (dal XIII al XVI secolo) c’erano uomini in grado di coprire 200 km in un solo giorno sul medesimo percorso. I messaggeri inca, chiamati chaskis, erano maratoneti capaci di trasmettere ordini e notizie percorrendo distanze incredibili in tempo record. Esisteva una rete di sentieri estesissima, circa 45.000 km, con punti di sosta e ristoro, che copriva e attraversava tutto l’Impero.
Il tracciato della maratona è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente e da quello della Cultura, allo scopo di promuovere e nello stesso tempo tutelare il patrimonio naturale e storico delle zone interessate. Nel deserto di Ica si trovano tante delle specie tipiche del Perù, come il lama, l’alpaca e il condor, e i concorrenti sfioreranno lo spettacolare insediamento di Nazca, con i geoglifi famosi in tutto il mondo. Forse qualcuno dei runner, stremato dal caldo, presso la Pampa di San José si sentirà catapultato nel Perù del periodo tra il terzo secolo a.C. e il quinto secolo d.C., quando popolazioni preincaiche realizzarono più di 800 figure tracciando le misteriose linee lunghe anche chilometri per disegnare animali, uomini e simboli indecifrati. Solo in un clima tanto secco e privo di vento si sono potute conservare così integre fino ai giorni nostri. Una delle tante meraviglie del Paese, che vanta 12 luoghi riconosciuti patrimonio dell’umanità Unesco.
[foto Gazzetta dello Sport]