Da molti anni nella cittadina piemontese addossata all’Appennino ligure si lavora per costruire un rapporto stretto fra la produzione vitivinicola e il territorio circostante. Che ha nella Docg Gavi da uve Cortese un gioiello riconosciuto e stimato, un passaporto di eccellenza da esibire nel mondo, e nello stesso tempo l’emblema di terre ricche di storia e bellezze naturali.
Il Consorzio Tutela del Gavi riunisce oltre 80 aziende di 11 comuni nei quali viene prodotta la denominazione ed è all’avanguardia in Italia nell’attuare iniziative per dare al vino sempre maggiore qualità e nel contempo portare all’attenzione del pubblico l’intero patrimonio di attrazioni locali. Infatti dalla fondazione nel 1993 il Consorzio ha ampliato gradualmente la sfera d’azione attraverso diversi progetti di tutela e promozione del Grande Bianco Piemontese e di valorizzazione turistica della risorsa vino.
Da questa filosofia nasce il programma di eventi Gavi for arts che comprende il Premio Gavi La Buona Italia, giunto alla terza edizione. Un riconoscimento ideato dal Consorzio per raccontare e premiare chi e come tra le realtà vitivinicole italiane ha saputo ben interpretare e adottare la formula di eccellenza Wine + Food + Art x Tourism, generando un flusso turistico percepibile, capace di dare profitto e rivitalizzare territori anche molto piccoli. Il premio 2017 è andato a Planeta Vini, Fondazione Lungarotti e Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene.
La cerimonia si è tenuta il 19 maggio, mentre il giorno 20 la storia più remota e affascinante è stata la protagonista dell’evento Archeosapori presso il sito archeologico romano di Libarna. A guidare i visitatori in un viaggio nel tempo il Gavi Docg, le cui tracce si fanno risalire al 972 D.C., e alcuni prodotti della tradizione di origine antica come la torta di Catone, il bacio di Libarna, le gallette di farro, le focacce alle erbe aromatiche, la farinata, la composta di rose, i formaggi nobili tra cui il mitico Montebore di leonardesca memoria. Il Medio Evo è stato invece lo scenario per un assaggio delle migliori etichette 2016 Gavi del Consorzio all’interno dell’imponente fortezza che domina la cittadina, domenica 20 maggio. In una sala la simpatica mostra I Tappi del Cuore con le opere create dagli alunni di 5^ elementare dei comuni del Gavi, che hanno riprodotto scorci e monumenti della cittadina riutilizzando il sughero dei tappi delle bottiglie di vino. Una modalità fantasiosa e stimolante di riciclo del sughero.
La sostenibilità ambientale è un’altra delle priorità del Consorzio, che promuove presso gli associati buone pratiche ecosostenibili, nella coltivazione e nella vinificazione, e annovera al suo interno diversi produttori biologici e biodinamici. Un esempio particolarmente virtuoso è quello dell’azienda vitivinicola Castello di Tassarolo della famiglia Spinola. Si tratta di uno dei casati nobiliari più antichi d’Europa, con grandi possedimenti tra il basso Piemonte e la Liguria e numerosi membri che furono armatori di navi, cardinali, dogi della Repubblica di Genova, banchieri e generali, nonché finanziatori dell’impresa di Colombo.
Oggi questa storia di successi s’innerva nella scelta di praticare sui 20 ettari a vigna la viticoltura biodinamica, garantendo così il massimo rispetto della natura. Massimiliana Spinola e Henry Finzi-Constantine, alla guida dell’azienda, dimostrano come sia possibile produrre vino di ottima qualità ed alte rese con un metodo di coltivazione dal sapore antico ma proiettato nel futuro basato essenzialmente sulla qualità dell’humus e la salute della pianta, sul sovescio e preparati biodinamici di sola origine naturale. Completamente banditi diserbanti e sostanze chimiche in qualunque forma.
Ma in più Henry, primo in Italia, ha voluto reintrodurre il cavallo per lavorare la terra. Perché il suolo al passaggio dell’animale non si compatta e respira, al contrario di ciò che avviene con un trattore o un cingolato. Così le piante crescono su un terreno soffice, vitale, equilibrato, corroborato dalla presenza del cavallo in un rapporto armonioso che affonda nella notte dei tempi. Henry utilizza soprattutto cavalli da lavoro di razza Comtois salvandoli dalla macellazione. Robusti, mansueti, intelligenti e anche molto belli, sanno ricambiare chi li tratta con rispetto e dolcezza. Tutte queste pratiche e l’agricoltura biodinamica vengono insegnate all’Accademia della Biodinamica a Castello di Tassarolo per formare i giovani, ma non solo, alla coltivazione secondo un sistema vero, bello e buono, degno di contadini illuminati. Riempiamo i calici del grande bianco per brindare a loro e alla terra di Gavi.