Lo spopolamento delle zone rurali è un vero problema in Italia. Soprattutto in montagna, da nord a sud, si trovano cascinali, borghi e paesi del tutto abbandonati o con pochissimi abitanti, per lo più anziani. La conseguenza di questo fenomeno in atto ormai dalla metà del secolo scorso è la perdita del controllo di vasti territori, che spesso si degradano e sono soggetti a frane, inondazioni, decadimento del patrimonio edilizio. Senza contare la perdita di culture, tradizioni, produzioni e costumi che sono il sale del nostro Paese, il riflesso di una storia antichissima unica al mondo attraversata da mille influenze. Ma per fortuna in tempi recenti si è fatto strada il concetto di ri-abitare, cioè di occupare e ristrutturare con nuove tecniche cascine e abitazioni rurali rilanciando, all’insegna della sostenibilità, mestieri tradizionali per produzioni tipiche o di qualità. Tanti giovani, ma non solo, lasciano la città e partono per cercare in campagna, collina o in montagna una vita appagante a contatto con la natura.
Diverse esperienze di successo si trovano nella bella e verdeggiante Valle Elvo, poco sopra la Serra d’Ivrea, il più grande corpo morenico d’Europa. Qui, fra pascoli, boschi e ruscelli circondati dalle Alpi sono sempre di più i ri-abitanti che hanno deciso di mescolare antiche conoscenze autoctone con idee innovative. Un primo passo del ri-abitare consiste nel recupero secondo criteri ecologici di vecchi cascinali abbandonati e poi nell’imparare a vivere in armonia con l’ambiente naturale. Volendo è possibile visitare alcuni dei diversi progetti, ascoltare le storie di cambiamento dei protagonisti, condividere momenti della vita quotidiana e, naturalmente, assaggiare i cibi locali semplici e genuini. Un esempio è la Cascina Albertana, azienda agricola che eccelle per i suoi formaggi caprini condotta da Mauro e Patrizia. L’ambiente degli 800 metri d’altitudine sulle Alpi Biellesi con il pascolo certificato biologico è l’ideale per l’allevamento di capre Saanen. Utilizzano solo latte crudo e tecniche antiche. Vederli lavorare è un piacere, gustare i formaggi ancor di più.
Altra storia, altra affascinante esperienza all’Azienda Agricola Rosso Baietto, dove Paola e Arcangelo hanno deciso di continuare l’ antica tradizione dei margari attivi sulle montagne dell’alta valle. Da sempre cercano di mantenere in vita un patrimonio fatto di conoscenze, prodotti, cura e rispetto dell’ambiente in cui si opera. Allevano solo bovine di Pezzata Rossa d’Oropa, una razza autoctona adatta ai pascoli locali. Il latte viene trasformato tutto nel piccolo caseificio aziendale; anche qui latte crudo senza pastorizzazione e utilizzando ancora la legna per riscaldarlo. Il burro prodotto per affioramento come da tradizione fa parte del paniere Slow Food con la denominazione Presidio Burro a latte crudo dell’Alto Elvo.
Ridare vita e ri-abitare una cascina secondo una visione olistica ed ecologica è l’obbiettivo che si sono posti Diana e Giuliano della Cascina Candorno. Come gli altri ri-abitanti hanno sposato i principi della permacultura, che propone modelli di vita etici, stabili e sostenibili. Perché una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un’etica dell’uso della terra. E per un mondo fragile ma ricco di bellezza, storia e tradizioni come quello montano una ricetta vincente, come dimostrano i pionieri della Valle Elvo. ViaggieMiraggi Piemonte periodicamente organizza brevi soggiorni per chi vuole conoscere da vicino i protagonisti della rinascita della valle, fra golose specialità enogastronomiche, sentieri panoramici, acque limpide, nella splendida natura delle Alpi Biellesi.