Al Sud, dove il Natale è più Natale

Ci sono luoghi d’Italia in cui le feste della tradizione sono profondamente radicate nella cultura locale e si tramandano intatte da generazioni. Il Natale è forse l’occasione migliore per conoscere da vicino realtà appartate scoprendo folclore, bellezze architettoniche, naturali e paesaggistiche, e le persone impegnate con passione a mantenere vivo un mondo dal fascino antico preservandolo dall’estinzione. L’Appennino del Sud è un formidabile contenitore di tradizioni natalizie, intimamente legate alla mistica e alle devozioni così presenti fra la popolazione e ispirate ai ritmi di vita e alle usanze della civiltà contadina.

Nelle zone intorno alla Sila si perpetua una funzione religiosa tipica della Calabria e di altre regioni meridionali. Per la novena di Natale i fedeli accorrono prima dell’alba e le preghiere sono accompagnate da canti e suoni caratteristici, in cui dominano le zampogne, gli stessi strumenti che i pastori recavano alla grotta di Betlemme. Le armonie struggenti di questi antichi fiati (tecnicamente “aerofoni”) vanno diritte al cuore; possiedono una forza evocativa che sollecita emozioni profonde, magari dimenticate. Qui è ben diffusa l’arte di costruire le zampogne, partendo dalla sacca di pelle di capra, detta otre, e assemblando poi lo strumento in legno costituito da un testale in cui sono innestate le canne sonore più due o tre bordoni. Fra i più abili artigiani, Sandro Sottile da Rogliano, nella valle del Savuto, occupa un posto a parte.

Costruttore di strumenti popolari ma anche compositore, musicologo, polistrumentista, attore, presepista, poeta, cantante e autore acclamato della moderna musica etnica italiana. Uno che se avesse voluto svendersi allo showbiz nostrano e non solo, sarebbe in televisione un giorno sì e l’altro anche. Invece con coerenza rara, ostinazione e coraggio percorre le strade del sud cantando fatica e dignità, nuovi e antichi soprusi, solidarietà e riscatto. Nonostante gli impegni e le collaborazioni con artisti del calibro di Toni Esposito ed Eugenio Bennato, a Natale non manca di imbracciare la zampogna diffondendo con la musica un mistico messaggio di pace e speranza nelle sue valli del basso Cosentino.

Il presepe è un altro aspetto fondamentale della tradizione natalizia locale. Sempre a Rogliano opera Telemaco Tucci, fra gli ultimi a lavorare la ceramica secondo metodi antichi con vera dedizione. La bottega si chiama Keramos, sancendo i legami con la Magna Grecia e la mitologia omerica cui si ispirano anche i nomi di famiglia. Produce presepi completi in un unico blocco ricercati ormai da estimatori e collezionisti.

Ma le festività sono anche il momento delle veglie accanto al fuoco, quando spiluccando fichi secchi o torroni si ascoltano storie e leggende. Pochi come Giuseppe Scalzo, erudito di stampo perduto e animatore di Briganti e Giganti presso l’associazione di protezione civile a Marzi, conoscono a fondo le vicende della Sila Piccola e del Savuto. I Romani, i saraceni, il brigantaggio, i Borboni e Garibaldi, fino alle mitiche razzie dei lupi: un racconto orale che affascina e incatena. Innamorato della sua terra, Giuseppe è anche produttore di leccornie tipiche con il marchio “Scalzo”, in particolare a base di castagne silane.

L’allegria, ingrediente immancabile delle feste, scoppia durante la Focara, un grosso falò acceso nelle piazze o nei pressi delle chiese, come l’incantevole San Giovanni Evangelista a Mangone. La gente si riunisce in un clima di grande gioia e fraternità per poi dare fondo alle libagioni golose di questi giorni. I posti dove trovare il meglio della tradizione non mancano, ma vale la pena di segnalare qualche indirizzo da mettere a memoria. Due agriturismi, in piacevoli zone panoramiche: Colle Vermiglio, a Piano Lago, con assaggi di salumi e sottoli al massimo dello sfizio, pane casareccio, secondi, dolci e primi del territorio fra cui una pasta fresca e ciciari (ceci) da urlo; e quindi Mancaro nella località omonima in comune di Mangone. Frittelle di melanzane, capocollo e caciocavallo senza pari, funghi in varie strepitose preparazioni, irresistibile baccalà con patate.

Per un brindisi  da non perdere le cantine Colacino a Marzi, soprattutto per il rosso Savuto DOC premiato anche da Wine Spectator. La spesa di delizie da mettere sotto l’albero si fa ai Casarecci di Calabria nella Contrada Balzata di Rogliano ai piedi della Sila: tutto il meglio delle verdure coltivate e selvatiche sottolio, condimenti tipici per pasta, cioccolato agli aromi di Calabria e la specialissima ‘nduja di Spilinga. Per soggiornare un’idea è l’hotel Ambrogio, simpatico bed&breakfast con colazioni super a Rogliano, oppure Borgo Serafino nel cuore delle colline di Paterno Calabro. Un residence composto da 6 casali autonomi, molto confortevoli, con annesse scuderie per gli amanti dell’equitazione e club house per cene speciali, su prenotazione.

Una terra di atmosfere autentiche e grande ospitalità oggi promossa anche dal GAL (Gruppo di Azione Locale) del Savuto.

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