di Erika Anna Savio
I confetti, spesso, sono sottovalutati.
Soprattutto nel Nord Italia, il piccolo e dolcissimo ovale rimanda esclusivamente a Prime Comunioni e matrimoni e, scarseggiando spesso in qualità, si riduce a mero riempitivo del tulle che accompagna le bomboniere, destinato quindi a un lungo e grigio stazionamento nei buffet.
“Vuoi un confetto?” Si chiede gentilmente all’ospite quando non si sa cosa offrire, sperando di poter riesumare i confetti del matrimonio della cara cugina Mariuccia, che dal 1990 si sono ormai trasformati in manufatto litico. “No, grazie, non mi piacciono…ma come lo avessi preso! “ Risponde l’ospite cautamente.
Ebbene…Tutto sbagliato!
Dopo aver visitato il Museo del Confetto Mucci, non si può più guardare a questo semplice e apparentemente modesto dolcino se non con massimo rispetto; personalmente ho del tutto azzerato il mio pregiudizio ignorante: il confetto è un dono per lo spirito, un paradiso per il corpo, un diletto per i sensi.
Già spingendo l’antica porta del negozio in stile liberty di Andria, il profumo intenso di vaniglia accoglie l’ospite insieme a Loredana, pronipote del fondatore, che, con la sorella Manuela, si occupa della gestione della vendita e del museo annesso. Il fratello Cristian invece, si trova a lavorare nella magica fucina del laboratorio dolciario con sede a Trani, dove il padre Mario (che continua ad esser ‘la mente’ delle creazioni Mucci) da vita concreta a confetti e dolcezze varie.
Perché, dai Mucci il confetto non è solo un riempi-tulle: il confetto è un’opera d’arte pregna di simboli che si esprimono attraverso il colore nonchè il compagno degli eventi più importanti nella vita di un essere umano: dalla nascita alla morte, ogni cambiamento è scandito dal confetto adeguato alla ricorrenza; il verde va con la promessa di matrimonio in Comune (verde speranza che vada tutto bene!), il rosso festeggia la laurea, per i compleanni si usa il multicolor e per le nozze d’oro e d’argento…la copertura in sottili e lievi lamelle di puro oro e argento! A sorpresa, infatti, questi metalli non solo sono commestibili, anzi, pare abbiano addirittura proprietà salutari (l’Aurotiomaleato di sodio ad esempio, è un farmaco per la cura dell’artrite reumatoide) oltre a non avere reattività, ovvero non alterare il sapore degli alimenti sui quali vengono cosparsi.
Dopo aver ascoltato curiosità e riti di confetti e dragées al cioccolato, aver degustato ogni genere e sorta di ripieno, dalle nocciole del Piemonte, alle mandorle di Avila fino a quelle della vicina Toritto, liquori, caffè e quant’altro la mente umana possa partorire per far godere i sensi, Loredana Mucci mostra degli strani confetti, grandi e rotondi come palle da golf, i quali sono indissolubilmente legati al rito del carnevale andriese: quello della ‘petresciata’. Bravata decisamente violenta, è stata proibita per la sua pericolosità: i gruppi mascherati lanciavano diavoloni o cocchele come proiettili contro le persone e vetrine, spesso creando grossi danni. Ma, oltre a questo, c’erano anche le petresciate d’amore, volte ad augurare fertilità (la mandorla è un seme, non dimentichiamolo!) nelle quali il fidanzato lanciava davanti a casa della morosa fruttini, cannellini (fili di cannella ricoperti da sottilissimi strati di zucchero) o confetti ricci e anche la suocera recava in dono alla futura sposa una bomboniera di confetti dai colori accesi, tra cui i tenerelli, ripieni di mandorle o nocciole, con doppio strato di cioccolato e confettatura colorata, creati sempre dal mitico signor Mucci negli anni Trenta.
Infine, il meraviglioso tour nel Museo di Casa Mucci, che raccoglie i reperti storici raccolti dalla famiglia, a cominciare dal fondatore Nicola, che, dopo aver lavorato nella cioccolateria Caflish di via Toledo a Napoli, riesce ad aprire un laboratorio ad Andria – nei pressi della Cattedrale – dove inventa la Mandorla Imperial e il Liquore Saturno (del quale però si è persa l’originale ricetta) oltre a mille altre dolcezze che ora stuzzicano la golosità dalle vetrinette degli antichi buffet…fino ad attraversare il tempo e spazio tramite documenti, utensili, stampini per le caramelle e per il cioccolato, setacci, bassine e altri curiosi attrezzi in rame – riprodotti persino in una tavola dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert -.
Uscendo dalla Confetteria, attraversando le strade della meravigliosa Andria, ci si ritrova carichi di suggestioni e magia che, avvolti nel persistente aroma dello zucchero, addolciranno il resto del vostro viaggio in questa zona della Puglia (purtroppo) spesso dimenticata negli itinerari turistici.
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